mercoledì 11 marzo 2015

PUNTI DI VISTA DI UN ITALIANO MEDIO SU ALAN FRIEDMAN AUTORE DEL LIBRO ” IL GATTOPARDO”


Alan Friedman ( nato a New York  nel 1956) è un famoso scrittore, giornalista americano ed è anche stato conduttore  televisivo per alcuni programmi Rai e su La 7.
Definito “esperto di economia”  e penna  del Financial Times ( per 4 anni), oltre che collaboratore dell’amministrazione Usa del Presidente Jimmy Carter, di recente nel 2013-2014 ha scritto e pubblicato il suo libro “Ammazziamo il Gattopardo”.
Il titolo sta ad indicare in sostanza il trasformismo della classe dirigente italiana che cambia e trasforma il tutto per non cambiare in nulla. Questa sorta di finto trasformismo viene definito dall’autore del libro “gattopardismo”. Il “Gattopardo” è un romanzo scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa L’autore trasse ispirazione da vicende storiche della sua famiglia, i Tomasi di Lampedusa (famiglia), e in particolare dalla biografia del bisnonno, il principe Giulio Fabrizio Tomasi (nell’opera il principe Fabrizio Salina), vissuto durante il Risorgimento .
Tomasi di Lampedusa parla di eventi del tempo presente, ossia di uno spirito siciliano citato più volte come gattopardesco (” Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”). Nel dialogo con Chevalley di Monterzuolo, inviato dal governo sabaudo, il principe di Salina spiega ampiamente il suo spirito della sicilianità; egli lo spiega con un misto di cinica realtà e rassegnazione. Spiega che i  cambiamenti avvenuti nell’isola più volte nel corso della storia, hanno adattato il popolo siciliano ad altri “invasori”, senza tuttavia modificare dentro l’essenza e il carattere dei siciliani stessi.
Tornando all’opera di Alan Friedman, il libro ha come tema centrale la volontà di sconfiggere questo spirito insito nella classe dirigente italiana ed anche negli italiani stessi che non vanno oltre l’orticello di casa e restano ancorati oltre che a vecchie ideologie e al cosiddetto “provincialismo”, sopprimendo l’indole cosmopolita ed il potenziale degli italiani.
Il libro si apre con la figura di un giovane Friedman invitato ad un cena nei ruggenti anni 80 a casa Monti (Milano, zona Sempione) insieme a a finanzieri, professori e altre importanti figure della “Milano da bere”.
Si avete capito bene di chi si parla. Di Mario Monti che cerca di farsi conoscere dall’elitè del periodo, difatti nel libro si parla di un atteggiamento nervoso, ansioso e timoroso dei coniugi Monti per far colpo sulle figure presenti a questa cena.
Il libro oltre ad essere descrittivo è composto da quattro interviste ben descritte fatte a Silvio Berlusconi, Mario Monti, Massimo D’Alema e Matteo Renzi ( in cui Friedman stesso vede un potenziale per le sue chiacchiere e parlantina a vuoto aggiungerei io).
Ognuno dei personaggi spiega dal suo punto di vista cosa dovrebbe fare l’Italia per uscire dalla crisi ARTIFICIOSA nella quale si trova dal 2008.
Alla fine del libro Friedman riassume in 10 punti la sua ricetta economica per cercare di resettare il sistema economico italiano e farlo ripartire.
I punti qui sotto:
1) Abbattere il debito pubblico, sfruttando il patrimonio pubblico italiano senza svenderlo.
2) Non si creano posti di lavoro senza tagli drastici al costo del lavoro e una modernizzazione delle regole del sistema.
3) Ci vuole minimo vitale per tutelare le fasce più deboli e nell’immediato.
4) Pensioni garantite a tutti con tagli aggressivi alle pensioni d’oro ed ai troppi regali di Stato.
5) Vasto programma per occupazione femminile tramite triplicazione di asili nido e sgravi fiscali.
6) Meritocrazia, valutazione e trasparenza totale con una riforma della PA, in cui chi sbaglia paga.
7) Se si vuole mantenere la sanità gratuita e garantita per tutti, bisogna tagliare gli sprechi e togliere molte competenze alle Regioni.
8) Leggera patrimoniale per chi possiede più di un milione di euro.
9) Liberalizzare con regole e buonsenso.
10) Inizia la crescita.
Queste le idee di Alan Friedman per il rilancio dell’economia italiana.
Ora riflettendo e avendo seguito e letto le teorie MMT definite post-Keynesiane ed elaborate da Warren Mosler  e Paolo Barnard con altri esponenti di punta dell’economia cercherò di dare la mia opinione, anche su cose di base.
Non sono uno che idolatra Barnard o Mosler, che  certamente hanno dato il loro contributo nel diffonderle in Italia, ma ci sono vari gruppi regionali che con il loro impegno e perseveranza girano per l’Italia cercando di spiegare alla gente comune come il sottoscritto cosa sta succedendo.
L’economia e tutte le sue branche non sono scienze perfette perchè influenzate da molti fattori esterni e non per forza quello che gli economisti anche di spicco affermano succederà, loro si limitano ad analizzare empiricamente gli elementi sul tavolo ed anche a seconda dell’ideologia esprimono un’opinione a volte giusta a volte opinabile non sono dei maghi o prevedono il futuro.
Le mie idee reggono da una parte sulle teorie MEMMT e dall’altra sull’ introduzione di una moneta parallela ad uso differito per togliere l’euro dalla circolazione perchè ci sta drogando tutti e facendoci male con i risultati che si vedono uscendo di casa.
Uso differito perchè ovviamente se l’euro venisse tolto di colpo con la nuova virtual coin il sistema economico intero esploderebbe, invece la moneta parallela deve riaccompagnare l’euro fuori dalla porta, “rottamarlo” e rispedirlo a Francoforte, fino ad eliminarlo fisicamente e toglierci il cappio a collo che ci ha reso una colonia tedesca con a capo un muppet.
Tornando all’articolo l’Italia dal 2008 ha perso il 10% di Pil.
Paolo Barnard ha stimato una perdita di 333 miliardi di euro di produzione alla trasmissione “la Gabbia” nel 2014.
Come scritto più volte lo Stato italiano ha ceduto tutti i suoi poteri di politica fiscale e monetaria , nonchè la sovranità monetaria e quote di sovranità nazionale, tra cui anche la stessa Costituzione italiana ove sono insiti diritti inalienabili ed inviolabili per ogni cittadino di quello che resta di questa nazione ad un organo sovranazionale inesistente fatto di lobbies e banche che dettano l’agenda politica monetaria fiscale e sociale  agli Stati morti di Eurolandia.
Vediamo ora i 10 punti di Friedman che essendo di regime tutte queste cose le sa bene e nonostante tutto nel libro non le riporta “ignorandole”, ma si limita a difendere l’indifendibile ossia l’euro ma qualcosa si trova di buono diciamo, perchè del maiale (non riferito ad Alan Friedman) non si butta via nulla.
Sicuramente concordo con Alan Friedman sulla valorizzazione del patrimonio pubblico, ma questo non serve ad abbattere il debitopubblico.Non ha senso è come una goccia persa nell’oceano. Molto sinteticamente come già scritto non si ha crisi debito pubblico , ma di debito privato causato da banche e famiglie ed imprese  che  negli scorsi anni hanno bruciato soldi per fare soldi sulla base di politiche ordo/neoliberiste. Invece il debito pubblico come detto anche dallo stesso Karl Marx è la vera ricchezza dei cittadini, perchè è un nostro credito. Il debito pubblico si origina dalla somma di deficit eccessivi anno con anno dalla differenza tra entrate ed uscite di uno Stato, ma il deficit serve perchè è la ricchezza che rimane al settore non governativo composto da famiglie, imprese e banche.
La spesa pubblica è la linfa vitale del welfare dei cittadini perchè se uno Stato investe 100 in spesa pubblica e tassa 70 a noi resta un 30 di risorse da poter utilizzare ancora. Questo è appunto il deficit.
Solamente uno Stato dotato di sovranità monetaria lo può fare, perchè difatti la moneta è una creatura dello stesso Stato che la riconosce e si impegna a darle valore e da qui, lo strumento (moneta) entra in circolo forzoso e legale ed è utilizzabile.
Il debito pubblico ha il problema che non è espresso in moneta sovrana, ma estera che a noi non appartiene perchè è tutto concentrato nelle mani di pochi soggetti come enti finanziari privati e l’ingrossamento del debito deriva anche dai forti interessi  passivi che questi enti vogliono dallo Stato italiano in quanto ne detengono il debito.
Lo Stato italiano ha quindi iniziato dal Governo Monti, ma anche prima a tagliare spesa pubblica (tagli a sanità, pensioni, istruzione i più classici) in modo eccessivo per usarla per ripagare questi interessi facendo diventare i conti pubblici più rossi del sangue.
Se si vuole usare questa logica si usi l’avanzo primario (tasse > spesa pubblica investita) che l’Italia possiede. Qualcosa coprono.
Il punto due di Friedman sul lavoro, concordo sul taglio drastico del cuneo fiscale che non è ancora avvenuto dato che l’italia non può muoversi liberamente ma ha sempre il cappio al collo con l’euro ad esempio il numero magico del 3% rapporto deficit/ Pil.
Ma Renzi con il jobs act non ha reso flessibile il lavoro ha disintegrato il concetto di lavoro stesso superando l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori del 1979, rendendoci carne da macello e schiavi moderni.
Il concetto di flessibilità sta nel voler dire che un soggetto lascia un lavoro ma ne trova subito un altro con funzioni analoghe e sia tutelato durante la fase transitoria a casa mia.
Il punto tre concordo che ci vogliono maggiori tutele economiche alle fasce più deboli e povere, visto che la povertà assoluta sta superando quella relativa, ma con l’euro questo non è sempre una garanzia estesa a tutti ma solamente ad alcuni e si crea appunto nel vero senso della parola una vera guerra tra poveri.
Io sono disoccupato personalmente e non ho i requisiti necessari per ricevere un minimo di sussidio nemmeno il nuovo Naspi in vigore dal 1 maggio 2015. Lavoro saltuariamente con la ritenuta d’acconto ( o contratti di collaborazione occasionali) che non vengono conteggiati dall’Inps come contributi e non devo sforare i 5000 o 5400 euro dell’anno solare in corso.
Condivido anche il punto quattro di Friedman, ma le pensioni d’oro non verranno mai toccate e con l’euro non si riesce nemmeno a garantire le pensioni attuali, dato che la disoccupazione è sempre in crescita e le aziende o chiudono o delocalizzano. Sulla questione di pensioni di evitare le regalie di Stato concordo e qui si entra nell’accesa diatriba dei privilegi della casta e dei loro costi ai contribuenti italiani che fanno saltare i nervi. Da quando si è introdotto l’euro ufficialmente dal marzo 2002 tutti i “gioielli” italiani sono stati svenduti a stranieri o ne hanno in mano una quota non rilevante come l’Ansaldo Breda di Finmeccanica, oppure il crack Parmalat 2004 che ha fatto diventare un’eccellenza italiana un prodotto francese. Di esempi ce ne sono molti.
Il punto cinque sul vasto programma di occupazione femminile innanzitutto non ci devono essere sessismi e nella società italiana attuale ne esistono ancora, perchè basta che una donna sia incinta per essere lasciata a casa, perchè considerata un costo per l’azienda. Inoltre maggiori asili nido sicuramente perchè molte madri lavoratrici se non hanno qualcuno di fiducia che cura i figli dove li lasciano? Inoltre l’accesso all’asilo nido dovrebbe essere immediato e non burocrazia o aspettare nelle liste in modo infinito, ma il Comune dovrebbe farsi da garante ed intervenire direttamente nelle realtà locali su tutti questi problemi o anche altri enti e invece stanno in disparte a guardare.
Sul punto sei l’introduzione della meritocrazia, trasparenza e valutazione certo è essenziale. In diverse  realtà esiste anche se siamo in Italia , ma prevale ancora il clientelarismo e le conoscenze.  Per la Pa (argomento complesso e lungo) in molti comuni la gente timbra in orario o prima, ma poi va a bersi il caffè…è che la riforma di Renzi ha causato altri danni a chi davvero lavora seriosamente.
Sul punto sette di tagliare gli sprechi, l’idea resterà tale , anche perchè i tagli alla spesa pubblica iniziati da Monti in modo più calcato ( e dai suoi predecessori) rendono i servizi e le strutture pubbliche scadenti e pericolose per i cittadini. La solita balla che si sente nei vari talk della siringhetta che qui costa tot , mentre da un’altra parte meno, allora via alla spending review. La sanità italiana è  un’eccellenza e da sempre ci hanno mangiato, quindi  sono tutte balle che questo possa servire, perchè tanto fa parte del dna italico e non solo di mangiarci sopra dove si può.
La patrimoniale leggera del punto sette, non verrà mai attuata perchè vengono tassati sempre e maggiormente le fasce sociali più deboli e difatti la classe borghese italiana sta scomparendo.
Al punto nove delle liberalizzazioni si ragiona in modo americano perchè in Italia sono state fatte dove non servivano e non ancora fatte dove servono. Inoltre si continuerà ad assistere alla protesta e resistenza delle varie corporazioni di notai, avvocati ad esempio che pestano i piedi al loro amico politico per far sì che non li si tocchi.
Al punto dieci una sola parola “Crescita”. E’ la parola che tutti si aspettano, ma con l’euro come moneta ciroclante non avverrà mai e con le continue politiche di austerità. Solamente grazie ad una leggera svalutazione dell’euro sul dollaro c’è stato un po’ di respiro per le economie dei Paesi mediterranei,
ma ficnhè l’euro esiste e lo si usa non cambierà mai nulla caro Friedman, bisogna riprendersi le proprie sovranità e lasciare l’euro in modo ponderato, con un piano B oppure presto o tardi si assisterà ad un break up dove non si conoscono nemmeno gli effetti che potranno avere sulle economie europee. Di sicuro non si upò più andare avanti con questo sistema eurpeo già collassato non so quante volte.
Rifletti Friedman prima di scrivere un libro, anche perchè è nettamente di parte la tua opera e si nota la voglia di vedere Renzi al potere cosa che presumo già sapessi  accadesse e dell’euro sai bene come gira.
written by Daniele Scandelli
fonti:
– wikipedia
– lettura del libro “AMMAZZIAMO IL GATTOPARDO” di Alan Friedman

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