venerdì 10 luglio 2015

I FAMOSI AIUTI EUROPEI MAI ARRIVATI ALLA GRECIA E LA BOLLA SPECULATIVA CINESE

Da quando il popolo greco ha dato picche con "oxi" alle politiche di austerity che hanno visto il Paese provato per 5 anni ( diventato una sardina come asserisce Paolo Barnard e uno spauracchio per chi volesse uscire dall'euro).
Il discorso di Tsipras al PE ha fatto molto scalpore da un punto di vista politico, visto che la Ue di democrazia non ne ha e si regge unicamente sul legame dell'euro.Molto significativa è stata  la faccia imbronciata del capo del PE Martin Schultz che in tutti i modi ha cercato di "boicottare " il referendum greco che  secondo il blog di Paolo Barnard sarebbe stato su una proposta della Ue scaduta.
Dall'autorevole rivista americana Bloomberg si  scrive che la Grecia ha presentato alla Ue delle concrete proposte da attuare in cambio degli aiuti europei  che sarebbero simili a quelle  presentate dall'Unione alla Grecia il 25-26 giugno 2015, successivamente  bocciate nel referendum di domenica 5 luglio 2015.
Ma Tsipras non ha chiesto l'uscita dall'euro solo un secco "OXI"all' austerità ed un abbattimento del debito del 60% o una cifra simile, cosa che il Governo Merkel trova ineccepibile e invece potenze come Usa e lo stesso FMI stanno considerando.
Ma alla fine cosa cambierebbe se non si esce dall'euro? Nulla, perchè si origina altro debito ed altra austerità se  fosse così grazie a questi aiuti europei che fanno il giro descritto sotto.
Con la moneta unica si accentuano le disuguaglianze  anche con differenti livelli  di competitività e di forza economica.
In Germania il costo del denaro è bassissimo,anzi l'interesse è negativo quindi le banche tedesche raccolgono denaro dai risparmiatori tedeschi che per loro ha un costo molto basso.
Successivamente  le banche tedesche comprano i titoli greci sapendo che è un paese a rischio default.
La Grecia paga il 15% di tassi di interesse e le banche tedesche guadagnano una montagna di soldi, perchè da un paese povero come la Grecia si trasferiscono enormi risorse al paese ricco che è la Germania attraverso la differenza dei tassi di interesse e quindi il paese povero si impoverisce sempre di più e il paese ricco aumenta la sua ricchezza.
Quando il paese povero non è più in grado di pagare i debiti arrivano gli aiuti europei.
Alla Grecia di fatto  sono stati dati 250 milardi di euro , ma non per le pensioni ma per ripagare i debiti alle banche francesi e tedeschi e parzialmente italiane.
Di questi 250 miliardi dati alla Grecia, 220 miliardi sono andati direttamente alle banche tedesche francesi e italiane con tanto di  interessi.
Quindi il luogo comune "noi paghiamo le pensioni dei greci" cade , perchè in realtà stiamo pagando le banche tedesche.
Quindi i greci non ne sentono nemmeno l'odore di questi soldi prestati e ovviamente questo sistema strano non è destinato a durare.
In questi giorni si è sentito parlare di bolla speculativa cinese che ricorda quella del 2008 dopo il fallimento della banca Lehman che ha portato alle conseguenze di oggi.
Dal 12 giugno scorso, sembra inarrestabile il crollo delle borse cinesi che ha portato le autorità alla sospensione delle contrattazioni di oltre 1200 titoli.
La bolla della borsa cinese è scoppiata ed è un anno che questa bolla ha maturato per 12 mesi fino ad arrivare ad oltre il 150% ed è scoppiata appunto da quasi un mese, senza che nessuno stia dando peso alla notizia . La domanda è  a quale ulteriore impatto potrebbe avere sull'economia mondiale dopo l'esperienza del 2008 della Lehman Brothers.
Le banche in Cina sono nazionali e non private ok, ma qualche effetto ci sarà, non essendo economista o trader ci possono essere molti scenari che io non conosco , si spera che non sia traumatica come il 2008.
I titoli sospesi sono 1243, il 43% della borsa di Shangai e di Shenzen.
Questa percentuale è paragonabile alla ricapitalizzazione di quasi un terzo del mercato cinese.
In particolare nella giornata del 8 luglio scorso (secondo un articolo di IL SECOLO XIX), la borsa di Shangai ha chiuso con un calo del 5,9% e quella di Shenzen del 2,94%.
L'indice Hang Seng della borsa di Hong Kong ha fatto scattare il panico cedendo così il 7,7%, cosa che non si vedeva dalla stagione Lehman asserisce l'articolo.
L'Authority cinese che controlla i mercati ha fatto sapere che nelle borse asiatiche sta circolando il panico e che la Banca Centrale cinese fornirà la liquidità necessaria per evitare dei rischi come il 2008.
Il vicedirettore del Telegraph Jeremy Warner paventa che un'ennesima crisi finanziaria orientale si stia per verificare, mentre tutti sono concentrati dalla situazione greca e questo fatto è già stato ribattezzato come il 1929 cinese.
Ci si augura che non sia cosi, altrimenti un altro 2008 potrebbe avere inizio.


written by Daniele Scandelli
























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